Alcune domande sulle caratteristiche e i pro&contro delle resine
Dipende cosa si intende per 'ecologico'. Personalmente cerco i migliori prodotti a basso impatto ambientale, all'avanguardia nelle tecnologie liquide mono e bicomponenti per finiture civili, che contengono fino all'80% di componenti rinnovabili, per garantire un basso impatto ambientale e soluzioni 'odor-free' a tutti i miei clienti. molte di queste ditte aderiscono al "Green Building Council"
Escludendo i sistemi industriali, e le superfici in grès, ceramica etc., che sono dure, rigide, poco flessibili e fragili.
La resina civile/commerciale è un materiale resistente ma, non per questo, indistruttibile. Se sottoposta a carichi eccessivi, è anch’essa soggetta a segni ed usura. La durata e le buone condizioni di un rivestimento in resina dipendono principalmente dal modo in cui esso viene impiegato.
Mediamente, cicli resinosi civile/commerciale di qualità nel normale uso hanno una buona resistenza agli urti e all’usura e non richiedono particolari attenzioni da parte dei clienti.
Si! Se a cadere sono oggetti pesanti e appuntiti, come coltelli, batticarne, ferri da stiro, pentole, etc., questi possono segnare, ammaccare la superficie, che rimane comunque parzialmente o totalmente ripristinabile.
I pavimenti in resina come tutti i pavimenti, anche quelli più duri, sono soggetti all’usura. La resina non può essere paragonata al gres, alla ceramica etc. La resistenza dei pavimenti in resina è equiparabile al parquet di alta gamma. Pertanto una lieve graffiatura superficiale deve essere tollerata, soprattutto nelle zone di maggiore traffico pedonale, tipo corridoi, ingressi, zone di sosta fronte banconi. Per questa ragione, consigliamo effetto materico con una finitura opaca.
Anteporre tappeti o zerbini negli ambienti riduce il rischio di graffi e mantiene nel tempo il suo aspetto originario. In ogni caso la resina può essere ripristinata, cosa impossibile con usa superficie in tre, ceramica etc.
La superficie chiusa ed inassorbente di un pavimento in resina permette una pulizia non continuativa con semplice acqua tiepida e panno. In caso di sporco persistente è possibile utilizzare un detergente neutro non schiumoso. In generale, tutti i prodotti di pulizia per parquet/marmo vanno bene per un pavimento in resina. Importante non usare prodotti abrasivi, tipo Cif, o a base di ammoniaca, cloro, acidi, che, se lasciati agire possono causare alonature al protettivo poliuretanico trasparente.
Non assorbe, ma si può macchiare in superficie. Basta dell’acqua tiepida ed uno straccio per rimuovere la maggior parte dei problemi. Un po’ detergente neutro e si risolvono tutti i problemi.
Le superfici in resina, come i parquet, sono protetti dall’applicazione di tre strati di vernice poliuretanica atta a proteggere la superficie da attrito e comuni liquidi macchianti. Sostanze come: caffè, vino, olio, the, aceto, limone non danneggiano il trattamento poliuretanico nelle 36 ore.
Assolutamente si. E’ uno dei punti di forza dei pavimenti in resina. Il basso spessore applicato circa 2/3 mm., la forte adesione al supporto, l’eliminazione delle fughe preesistenti rendono molto spesso più economico non smantellare il vecchio pavimento e rivestirlo con la resina in quanto si risparmiano i tagli delle porte o peggio ancora il cambio dei serramenti. Il suo ridotto peso circa 3 Kg non grava sulle strutture sottostanti. il rivestimento in resina è economico, si risparmiano i costi e i lunghi tempi di una demolizione, i costi di smaltimento ecologico dei rifiuti. E’ necessario comunque valutare correttamente l’adesione delle piastrelle o della pietra naturale al sottofondo: ampie zone di adesione bassa (suono a vuoto) richiedono un trattamento adeguato prima della messa in opera della resina.
Si! Il basso spessore e l’alta conducibilità termica, la BioMalta circa 0,81^, garantiscono piena compatibilità con i sistemi radianti a pavimento. Essendo un ottimo conduttore di calore, l’ambiente si riscalderà in un tempo più breve rispetto ad altri materiali da rivestimento.
Fondamentale è eseguire il protocollo di accensione dell’impianto prima della posa del rivestimento in resina. Generalmente si attende circa 4 settimane dalla posa del massetto specifico, una volta acceso l’impianto si deve mantenere l’acqua ad una temperatura d’ingresso di 25° per due o tre giorni. Successivamente si porta a 45° per altri cinque giorni. Prima della posa si deve attendere circa tre giorni con l’impianto spento. Una volta finito di applicare il rivestimento in resina occorre aspettare almeno una settimana prima di riaccendere l’impianto radiante.
Mediamente per mq 100 sono necessari 5/6 giorni lavorativi. Sono i tempi tecnici che bisogna rispettare tra le varie mani di applicazione del prodotto. Poi vanno aggiunti circa 2/3 giorni per la pedonabilità. La massima resistenza si raggiunge dopo una settimana. Per il Microcemento la massima resistenza si raggiunge dopo circa 30 giorni.
L’impermeabilità è una delle caratteristiche intrinseche delle resine. Ma non va confusa con l’azione impermeabilizzante. Se viene richiesta una impermeabilizzazione vera e propria (tenuta stagna) è necessario utilizzare un ciclo resinoso progettato per tale scopo. Se è solo richiesta l’inassorbenza, allora ogni prodotto resinoso di qualità può rispondere in modo pieno alla domanda.
Assolutamente si! Il rivestimento in resina permette la continuità cromatica e di texture tra pavimento e parete. La resina è impermeabile, igienica e facilmente punibili visto la totale assenza di fughe/commettiture. Resiste all’azione dei prodotti usati per l’igiene personale. Non soffre della umidità ambientale. Si pulisce con normali detergenti a PH neutro facilmente reperibili in commercio.
Non vanno assolutamente usati prodotti acidi, contenenti cloro, ammoniache e prodotti abrasivi.
Attenzione: è necessaria una impermeabilizzazione garantita della zona doccia, da effettuare sotto il supporto cementizio (massetto o rasatura): il solo strato resinoso finale non può essere caricato dell'onere dell'impermeabilizzazione (se non specificato in fase di progetto del ciclo applicativo
Assolutamente si.
E’ necessario scegliere cicli resinosi idonei alla presenza di umidità. Una corretta valutazione dell’umidità di risalita o dell’umidità del supporto è condizione necessaria per evitare bolle, rigonfiamenti e distacchi della resina. Umidità che deve essere convogliata per altra strada. E’ altrettanto necessario tenere monitorata l’umidità ambientale durante la fase di posa. Una volta terminata la catalisi del materiale resinoso, l'umidità non risulta più essere di alcun problema.
Quando il massetto di sottofondo è stato preparato in modo adeguato, il rivestimento in resina non tende a formare crepe. Ma movimenti strutturali rilevanti possono portare alla formazione di crepe. Si tratta comunque di fenomeni che possono compromettere anche altri tipo di rivestimento come ceramiche, gres, etc.
Si! Si possono rivestire terrazze, balconi, portici. Comunque, è importante effettuare un sopralluogo in modo da valutare tipi di resine e lo stato del supporto.
Si. Tenendo sempre presente la tipologia di base resinosa scelta, è possibile rivestire pedate ed alzate delle scale. Gli spigoli dei gradini sono zone a rischio, per cui è corretto valutare la messa in opera di opportuni profili paraspigolo, oppure rendere lo spigolo stondato.
Si. In base alla tipologia di sottofondo (legno, vetro, plastica, ceramica, ecc.) si stabilisce il ciclo idoneo per ottenere gli effetti estetici desiderati.
Un rivestimento resina si può applicare sui complementi d’arredo, tavoli, top di cucina, top bagno etc., I mobili rivestiti in resina (soprattutto la BioMalta e i Microcementi) sono fra i più richiesti oggi.
Si! La resina ha una buona resistenza al calore È possibile rivestire il top di cucina con la resina. Anche se, si sconsiglia di poggiare oggetti bollenti direttamente sulla superficie e si consigli di usare adeguati sottopentola.
Inoltre lavorando sui top di cucina rivestiti con la resina si consiglia di utilizzare appositi taglieri, così da evitare di tagliare o tritare gli alimenti direttamente sulla superficie.
Si, esistono dei cicli precisi che vengono impiegati per realizzare rivestimenti idonei al contatto con gli alimenti in accordo con la circolare n. 102/78 del Ministero della Salute.
Le superfici in resina sono particolarmente adatte al rispetto di queste importanti caratteristiche in quanto non permettono: la proliferazione di batteri e muffe, resiste ai comuni prodotti di lavaggio, è impermeabile.
I rivestimenti in resina possono avere rifiniture protettive antibatteriche tipo, SILVER PUR. Sono rifiniture protettive trasparenti di nuova generazione additavate con particelle d’argento a forte azione igienizzante. Previene la formazione di batteri ed è ideale ovunque sia richiesta la massima igienizzazione e salubrità delle superfici. SILVER PUR, riduce del 99,9% il proliferare di batteri avendo potere igienizzante che resta valido nel tempo essendo l’argento inglobato dentro il protettivo di finitura. Il prodotto è stato testato presso l’ente certificatore CATAS in ottemperanza alla normativa uso 22196:2011
Si. Di norma è sufficiente ristendere l’ultimo strato di protettivo trasparente per riportare un pavimento in resina al suo antico splendore. L’intervento prevede la carteggiatura del pavimento con grana media-fine, aspirazione e stesura a rullo del protettivo resinoso. L’intervento è economico e veloce: l’unica ‘pecca’, se così la vogliamo chiamare, è che il cliente deve liberare gli ambienti di intervento da tutto l’arredamento, per evitare di lasciare zone non trattate che potrebbero, in futuro, essere portate a vista col cambiamento degli arredi.
Una volta catalizzata ed indurita, la resina è un sistema inerte e quindi esente odori.
Le resina tipo BioMalta, sono BPA FREE totalmente esenti da Bisfenolo A. Certificate IAQ INDOOR AIR QUALITY
Durante la fase di posa, invece, alcune altre basi resinose (al solvente, PMMA, ecc.) rilasciano sostanze volatili con un odore più o meno persistente.
Una volta catalizzata ed indurita, la resina è un sistema inerte e quindi non tossica. Infatti non è raro avere committenti che richiedono la realizzazione di pavimenti di ospedali, studi medici/dentistici, trasformazione carne/alimenti, ecc. Durante la fase di posa i materiali rispettano i requisiti fondamentali a tutela della salute: è bene seguire le indicazioni presenti sulle relative schede di sicurezza. I prodotti delle ditte che uso sono impegnati nella sostituzione di tutti i prodotti a base solventi con soluzioni prestazionalmente identiche esenti solvente.
La marcaturaCE dei rivestimenti in resina indica che i prodotti etichettati sono conformi ai requisiti essenziali previsti dalle Direttive Europee in materia di sicurezza, sanità pubblica e tutela del consumatore, durante l’intera vita degli stessi (dalla progettazione, alla fabbricazione, all’immissione sul mercato, alla messa in servizio del prodotto fino allo smaltimento).
La marcatura CE è sinonimo di qualità e si traduce in garanzia di durata nel tempo perché i prodotti hanno caratteristiche tali da consentire alle opere in cui saranno permanentemente inglobati il soddisfacimento dei seguenti requisiti: resistenza meccanica, stabilità dimensionale e di colore, resistenza al fuoco, igiene e salute ambientale, sicurezza applicativa, risparmio energetico.
Semplicemente la riflessione dei raggi di luce sulle superfici delle pareti e del pavimento rispetto al punto di osservazione genera una leggera differenza di colore.
Le resine a base acrilica tipo BioMalta e i Microcementi sono marginalmente sensibili al problema tanto quanto pavimento parquet
L’aspetto cromatico della resina (soprattutto le resine a base epossidica) può subire, in particolari condizioni e specie durante il periodo estivo, variazioni di colore. Se poi la resina non ha tra le sue caratteristiche la resistenza ai raggi UV, potrebbe virare nel colore e risultare ingiallita rispetto al momento della sua posa. I raggi UV possono provocare un precoce ingiallimento nelle zone più esposte ai raggi solari, come le aree vicino alle finestre. Puoi risolvere il problema scegliendo delle tonalità vicine al giallo o al color beige.